Quante forme può avere una casa?

Ciao!

Ci sono parole di uso talmente comune che diventa facile sorvolare sul loro reale peso simbolico ed emotivo. Casa è una di queste. La casa è un luogo, certo, ma è anche un’idea: ciò che resta, ciò che si perde, ciò che ci accoglie, ciò che ci espone. Una parola che tiene insieme intimità, sicurezza, memoria, legami. E che, quando manca, fa risuonare ogni crepa.

Questa settimana abbiamo raccolto storie molto differenti tra loro, ma che parlano ognuna a modo suo di casa: di quanto sia necessaria, di quanto possa essere fragile, e di quanto conti il linguaggio che usiamo per raccontarla e abitarla. È qui che torna il pensiero di Netily: l’idea che ogni ambiente - fisico o online - possa diventare più abitabile se lo costruiamo con cura, responsabilità e attenzione reciproca. Una casa, appunto, anche quando non somiglia affatto a una casa.

Se vuoi, prima di scoprire le notizie prenditi un momento per soffermarti su questo pensiero. Puoi farlo leggendo sul nostro blog la riflessione scritta da Rosy Russo per VITA di dicembre, dedicata proprio alla parola casa, e a tutto ciò che la abita.

La Data Protection Commission irlandese ha lanciato una campagna che ricorda quanto sia facile esporre in modo pericoloso dati sensibili di bambini e bambine. Ogni tipo di aggiornamento sulla loro vita condiviso online li “imprigiona” in uno spazio digitale: una casa che non hanno scelto e che ha sempre la porta aperta, stanze che chiunque può attraversare, finestre senza tende.

Una ricerca di Terre des Hommes ha rilevato che in quasi il 50% dei contenuti social pubblicati su Meta compaiono persone minorenni; che in quasi il 30% dei casi questi contenuti mostrano i soggetti in situazioni problematiche dal punto di vista della privacy come il cambio del pannolino o il bagnetto. Ma non solo: bambine e bambine sono parte attiva di circa un terzo dei contenuti pubblicitari.

Nel suo libro Lessico palestinese, Alba Nabulsi racconta attraverso dieci parole come la lingua sia costretta a cambiare quando la vita viene attraversata da guerra, sfollamenti, perdita di affetti e di luoghi. Una di queste in particolare suggerisce in modo tremendamente efficace l’impatto devastante di perdere la propria casa, il centro del proprio mondo: urbicidio.

“[...] durante un breve cessate il fuoco dal 19 gennaio al 17 marzo 2025 (rotto da Israele), le persone, come sciami di api, hanno riguadagnato a piedi, carichi dei pochi averi che possedevano, la via del nord. Hanno trascinato i loro corpi, le loro anime stanche, dimostrando che non volevano abbandonare quei luoghi, malgrado lo scempio, malgrado il dolore, la distruzione: volevano tornare nell’unico luogo che chiamano casa. Nell’unico luogo che vogliono chiamare casa. Ma la loro casa, la loro città, il loro spazio di vita non esisteva più: devastata, sbriciolata, irriconoscibile, vittima di urbicidio.”

Le immagini satellitari forniscono spesso la prima prova visibile di un urbicidio a chi conosce la guerra solo da lontano: le foto scattate dai satelliti prima e dopo incendi e bombardamenti rappresentano inequivocabilmente la realtà di case, scuole, ospedali ridotte in macerie.

Una circolare del 21 ottobre del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, che centralizza l’autorizzazione delle attività educative e culturali, rischia di trasformare il carcere in un luogo ancora più chiuso, invece che in quello spazio di passaggio che dovrebbe essere. Eppure le attività culturali, formative, ricreative sono proprio ciò che permette a chi sta scontando una pena di immaginare una casa diversa da quella che ha lasciato. Ne è un esempio virtuoso il progetto Made in Carcere, ideato da Luciana delle Donne, che ha messo le proprie competenze in ambito finanziario al servizio di un grande sogno: generare BIL (Benessere Interno Lordo), parametro di misura di ricchezza umana e sociale, formando e retribuendo il lavoro di detenuti e detenute.

Anche la tecnologia potrebbe fornire un aiuto prezioso per trasformare il carcere in un luogo di rinascita: lo dimostra Ameelio, che negli Stati Uniti offre gratuitamente alle persone detenute servizi di comunicazione e strumenti educativi tra cui una biblioteca digitale ricca di ebook e corsi.

A Milano, nel campetto di via Dezza, i genitori di Alessandro Meszley lasciano da otto anni un girasole sulla rete del campetto da calcio dove il loro ragazzo è morto a soli 15 anni. Nelle ultime settimane quel fiore è stato strappato più volte e perfino insultato da chi lo considerava “immondizia”. Ma la comunità ha risposto in un altro modo: riempiendo la rete del campo di nuovi girasoli, e addolcendo l’amarezza dei signori Meszley con messaggi, telefonate, presenze. Perché i luoghi che abitiamo diventano casa quando qualcuno li custodisce, quando gli oggetti parlano di chi non c’è più, quando una comunità decide che la memoria è un bene comune e non un fastidio.

Ci sono momenti in cui il potere non alza muri: li sposta dentro le parole. In Russia, l’adozione di un nuovo dizionario ufficiale ha cancellato termini come stalinismo, gulag, persino verità, e ha riscritto il significato di autoritarismo, trasformandolo in una scelta “efficace” per i tempi difficili. Non è solo una questione linguistica: è un modo di restringere lo spazio in cui una società può riconoscersi.

La lingua è una casa comune. Quando si eliminano parole, si sottraggono stanze: si riduce ciò che può essere raccontato, discusso, immaginato. Una lingua che accoglie è una lingua che permette la critica, la memoria, il dubbio; una lingua che chiude è una lingua che decide chi può entrare e chi deve restare fuori. È anche per questo che continuare a nominare le cose - con cura, con precisione, con libertà - è una forma di resistenza tanto culturale quanto civile.

Notizie, spunti, iniziative e trend: scelti e raccontati con attenzione, per te.

📒Il “registro degli influencer rilevanti”: una misura pensata per garantire trasparenza, ma che rischia di creare più confusione che chiarezza.

🎤 Massimiliano Mose, il creator che si ferma a parlare con le persone anziane (e non) per raccogliere storie, consigli e piccoli pezzi di vita. Un’idea nata da una delusione che è diventata un progetto seguito da milioni di persone.

🫧 Submarining: sparire, poi riemergere all’improvviso per scombussolare chi avevi lasciato in sospeso. Una dinamica affettiva tossica che ha finalmente un nome.

🧚In un’intervista per Wired, Cynthia Erivo e Ariana Grande parlano di “Wicked 2” e del potere delle storie e dell’importanza di non omologarsi.

🎧 È uscita la terza puntata di “Diciamolo bene”, il podcast di Parole O_stili realizzato in collaborazione con ENI. Ospiti di oggi, Mapi Danna e Jody Cecchetto.

🎬 Ai TikTok Awards 2025 vince anche Nonna Silvi, 89 anni: un segnale bellissimo di come il digitale possa diventare un territorio condiviso prezioso per il dialogo intergenerazionale.

In vista del Natale, una piccola selezione di regali che scaldano più di un fuoco nel camino, per sostenere chi si prende cura, chi resiste, chi costruisce case dove non ci sono più.

✨ Un aiuto concreto ai bambini in Sudan - Medici Senza FrontiereIn un conflitto che ha già strappato milioni di persone alla propria casa, una donazione a MSF può diventare assistenza medica, cibo, protezione. Un gesto piccolo che muove qualcosa di grande.

📘 “Lessico palestinese. Anatomia del genocidio di Gaza in dieci parole” di Alba Nabulsi, Le Plurali. Per ogni copia acquistata, 1 euro va alla Hind Rajab Foundation. Lingua, memoria e solidarietà che camminano insieme.

🖼️ Il poster “Le parole danno forma al pensiero”. Un promemoria quotidiano: lo spazio che abitiamo lo costruiscono anche le parole che scegliamo.

❤️ Il “Calendario dell’Avvento… al contrario” di Caritas. Invece di ricevere un regalo al giorno, fanne uno, e per Natale avrai composto un pacco solidale per una famiglia che ha bisogno di aiuto. Un modo semplice e gentile per trasformare l’attesa in cura.

Da oggi su AncheIoInsegno sono disponibili tante nuove schede didattiche realizzate dalle Fellow di Teach for Italy. Si tratta di strumenti utili per sviluppare competenze concrete e uno sguardo più consapevole sul mondo, e per affrontare temi cruciali dell’educazione contemporanea come la gestione del denaro, tecnologie intelligenti e linguaggio inclusivo.

Ecco tutte le proposte:

Materiali utili, aggiornati e gratuiti: un piccolo kit per coltivare competenze che servono, davvero, dentro e fuori dalla scuola.

Il Comune di Pino Torinese entra a far parte della nostra community attraverso la sottoscrizione del Manifesto della comunicazione non ostile. Con questa firma, il Comune dimostra il proprio impegno a favore di una comunicazione consapevole, improntata al rispetto e alla responsabilità, in linea con i valori condivisi dal nostro decalogo.

2 dicembre
Ore 12:00 | Rosy Russo incontrerà i genitori della scuola primaria Loreti di Muggia (TS) per approfondire il tema della responsabilità nelle dinamiche di gruppo, riprendendo quanto emerso nel precedente incontro con i bambini e le bambine della classe quarta. A partire dal valore del ruolo di ciascuno nel gruppo, l’appuntamento offrirà ai genitori spunti per accompagnare i figli a sviluppare consapevolezza e responsabilità nelle relazioni quotidiane.

3 dicembre
Ore 11:00 | Secondo appuntamento del percorso con Teleperformance, dedicato alle differenze di genere e al ruolo del linguaggio nella costruzione di relazioni inclusive. Con Lorenzo Gasparrini, approfondiremo come le parole influenzino aspettative, dinamiche di riconoscimento e collaborazione.

Ore 18:00 | Mercoledì 3 dicembre si terrà il nuovo appuntamento del ciclo di webinar gratuito “Scuola dalla A alla Z”, organizzato insieme a Istituto Toniolo, APIS – Amore per il Sapere, Parole O_Stili e MiAssumo. L’incontro avrà come ospite Enrico Galiano, che accompagnerà i docenti in una riflessione sul tema dell'errore. L’evento si svolgerà sulla piattaforma MiAssumo. È possibile registrarsi gratuitamente a questo link: www.miassumo.com/about/webinar

4 dicembre
Ore 8:45 | Anche quest’anno saremo all’International School of Trieste per iniziare il percorso “Il mio primo telefono” con i bambini e le bambine della classe quinta della scuola primaria, che si familiarizzano così con i principi del Manifesto della comunicazione non ostile e i temi del digitale.

5 dicembre
Ore 11:45 | Rosy Russo parteciperà al Convegno Nazionale FIDAE “80 anni di FIDAE. Generiamo speranza”, contribuendo alla sessione dedicata al valore del linguaggio educativo e alla responsabilità delle parole nella vita scolastica. Il suo intervento offrirà uno sguardo su come la comunicazione possa favorire relazioni più consapevoli, inclusive e rispettose, aiutando la comunità scolastica a costruire ambienti in cui il dialogo diventa strumento di crescita e di speranza condivisa.

9 dicembre
ore 15:00 | Presso lo STEP FuturAbility District verrà presentato l’ultimo numero di DiverCity Magazine “Violenza di genere”. Intervengono Gino Cecchettin, Simona Zandonà, Bianca Arrighini e la presidente di Parole O_stili Rosy Russo. Per partecipare puoi iscriverti qui.

10 dicembre
Ore 11:00 | Ultimo appuntamento del percorso con Teleperformance, guidato da Alice Orrù, dedicato ai concetti chiave del mondo LGBTQ+. Un incontro per esplorare termini e significati spesso fraintesi, promuovendo un linguaggio capace di valorizzare la diversità e favorire un ambiente di lavoro più accogliente.