Ciao!
C’è una frase che Papa Francesco ha ripetuto più volte, anche al G7 del 2024: “L’algoritmo deve essere al servizio dell’uomo, non il contrario.”
Un impegno, quello della Chiesa Cattolica sul tema dell’IA, che inizia nel 2020 con il
“Rome Call for AI Ethics”, una dichiarazione per promuovere trasparenza, responsabilità, imparzialità, inclusione, sicurezza e privacy nell’uso dell’IA, firmata anche da colossi come IBM e Microsoft.
Non un noioso documento per addetti ai lavori, ma un invito a:
- non trattare gli algoritmi come dèi;
- non scambiare l’efficienza per giustizia;
- non sostituire la coscienza con una riga di codice.
Nel 2023 la Call ha assunto una dimensione interreligiosa, con la firma anche di rappresentanti delle fedi ebraica e musulmana. Per dare concretezza a questi intenzioni, la Chiesa ha anche promosso iniziative concrete per favorire un’IA “umana”: è nato, ad esempio, un Osservatorio permanente sull’IA e la dignità umana, che non si limita a pubblicare rapporti ma si occupa di formazione nelle università cattoliche di mezzo mondo.
Non ultimo a gennaio di quest’anno il Vaticano ha redatto due documenti
“Antiqua et nova” (2025), la nota sul rapporto tra intelligenza artificiale e intelligenza umana, e
“Le Linee guida vaticane per un uso dell’IA” centrato sull’essere umano, che vietano pratiche che aumentano le disuguaglianze o minacciano i diritti.
A sorpresa Papa Leone XIV, in un discorso ai cardinali in cui spiegava le motivazioni della scelta del suo nome, ha detto: «Diverse sono le ragioni, però principalmente perché il Papa Leone XIII con la storica Enciclica Rerum novarum, affrontò la questione sociale nel contesto della prima grande rivoluzione industriale; e oggi la Chiesa offre a tutti il suo patrimonio di dottrina sociale per rispondere a un’altra rivoluzione industriale e agli sviluppi dell’intelligenza artificiale, che comportano nuove sfide per la difesa della dignità umana, della giustizia e del lavoro».
La formazione scientifica di Papa Leone XIV (Robert Francis Prevost), laureato in matematica, influenzerà il suo approccio all’intelligenza artificiale in modo significativo, combinando rigore analitico, attenzione all’etica e una visione sociale radicata nella dottrina della Chiesa.
Qual è la linea sul tema dell’IA:
1. Difesa della dignità umanaL’obiettivo prioritario è garantire che lo sviluppo e l’uso dell’IA non compromettano la dignità della persona umana, ma la pongano sempre al centro di ogni processo tecnologico e decisionale.
2. Giustizia sociale e lavoroIl Papa sottolinea che l’IA avrà un impatto sul mercato del lavoro pari o superiore a quello della rivoluzione industriale.
3. Responsabilità e discernimentoLeone XIV richiama la necessità di una riflessione etica profonda sull’IA. Ha posto l'accento sul rischio di una dipendenza eccessiva dai mezzi dell'intelligenza artificiale, affinché si possa “orientare gli strumenti al bene di tutti così che possano produrre il benefici per l’umanità”.
"Questa responsabilità - ha aggiunto - riguarda tutti, in proporzione all'età e al ruolo sociale" ha ricordato oggi durante l’incontro con i giornalisti.
Con Papa Leone XIV, la Chiesa entra nel tempo dell’intelligenza artificiale. Il nuovo Pontefice ha scelto di accendere una luce sul futuro: quello in cui la tecnologia non è più solo uno strumento, ma uno spazio che abitiamo ogni giorno — a scuola, sul lavoro, nelle relazioni.
In questo nuovo incontro tra fede e algoritmo, c’è una sfida grande e concreta: costruire un’innovazione che non dimentichi mai l’umano. E magari, chissà, anche le grandi istituzioni del nostro tempo — quelle che chiamiamo poteri, sistemi, “imperi” — sapranno riconoscere in questa rivoluzione una possibilità per cambiare forma senza perdere anima.
Approfondimento: abbiamo parlato di IA e umanesimo durante l’ultima edizione del nostro Festival della comunicazione non ostile con Pierluigi Dal Pino, Senior Regional Director Government Affairs Western Europe di Microsoft.
GUARDA IL PANEL C’erano, nero su bianco. Promesse chiare, impegnative: niente armi, niente tecnologie che facilitano danni alle persone. Eppure, dallo scorso febbraio, quelle frasi sono scomparse dai Principi sull’Intelligenza Artificiale pubblicati da Google. Un aggiornamento silenzioso, ma che fa rumore.
Come scrive Wired:
“Il capo della divisione di Google DeepMind e premio Nobel 2024, Demis Hassabis, ha giustificato la decisione in un post sul blog di Google sostenendo che “l'AI sta diventando pervasiva come i telefoni cellulari”. E questo richiede un nuovo approccio, soprattutto in un contesto di accesa competizione globale per la leadership nell’intelligenza artificiale. Secondo l'analista di Bloomberg Parmy Olson, questa mossa segna definitivamente la fine dell'era del "Don't be evil", il motto originario dell'azienda in favore del più sfumato "Do the right thing".” Duolingo, l’app che ha insegnato le lingue a milioni di persone ha annunciato il più grande aggiornamento della sua storia. Ma la notizia vera è un’altra: ha deciso di tagliare decine di collaboratori – traduttori, autori, freelance – sostituendoli con modelli generativi di linguaggio. Lavori fatti da persone? Ora li fa l’IA.
Duolingo non è sola. È solo uno dei primi nomi visibili in un fenomeno che si sta estendendo ovunque: l’AI sostituisce i lavoratori umani, partendo dai ruoli meno protetti. Freelance, neolaureati, figure junior.
Ma la questione non è solo occupazionale. È anche qualitativa. I contenuti creati dall’IA, secondo molti utenti, sono meno curati. Gli esercizi si ripetono, le traduzioni suonano artificiali, le conversazioni sembrano scritte da un bot stanco.
Noi di Parole O_Stili non siamo tecnofobi, anzi, e sappiamo che l’IA sta già rivoluzionando il mondo del lavoro ma la domanda semplice ma insidiosa è: che futuro ci aspetta, se l’intelligenza prende il posto dell’esperienza, e se la velocità diventa più importante della cura?
La comunicazione è diventata una competenza strategica. E anche la Pubblica Amministrazione – finalmente – sembra essersene accorta. Con l’approvazione definitiva del Decreto PA, il governo introduce una novità importante: tra le figure previste entra in scena l’esperto di comunicazione digitale. Un passo avanti che riconosce il valore di chi, ogni giorno, lavora per rendere più chiari, accessibili e umani i messaggi delle istituzioni.
Ma tu lo sapevi che Parole O_Stili ha una declinazione del Manifesto della comunicazione non ostile dedicato proprio al mondo della PA?
Già, ed è uno strumento pensato per aiutare enti, funzionari e dipendenti pubblici a comunicare in modo più chiaro, trasparente e rispettoso con i cittadini e le proprie cittadine. È stato firmato da oltre 400 sindaci di tutta Italia, partendo dai grandi comuni come Milano, Torino, Bari, Palermo, Firenze… passando per le istituzioni europee, con la firma del compianto Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, di numerose amministrazioni centrali, Regioni ed è spesso utilizzata come base nei percorsi formativi dedicati alla comunicazione pubblica responsabile.