Ciao!
Se ti diciamo “Africa” qual è la prima parola che ti viene in mente? Per il 77% degli italiani e delle italiane è “povertà”, seguita da “migrazione” (57%) e “malattie” (51%).
I dati fanno parte dell'indagine "Africa e salute: l'opinione degli italiani", curata da Ipsos per Amref Italia. A questo si aggiunge il dato che per il 53% degli intervistati i cittadini africani residenti in Italia sono troppi.
Allargando il nostro punto di vista all’Europa, la situazione cambia? Secondo il rapporto “Being black in the EU”, il 39% delle persone Nere e afrodiscendenti che vive in Europa è soggetto ad alti livelli di esclusione socio-economica, e molte di loro hanno subito stereotipi negativi, atti di violenza e incitamento all’odio.
Diversi mesi fa, il Comitato delle Nazioni Unite per l’eliminazione della discriminazione razziale ha criticato l’Italia per la mancata raccolta di dati disaggregati e l’assenza di un organismo nazionale indipendente per l’uguaglianza.
Infatti, il dibattito sulle raccolte di dati sulle discriminazioni è fondamentale per affrontare il razzismo in maniera efficace.
Come scrive Donata Columbro su SkyTg24:
“In Italia non abbiamo dati confrontabili, perché manca un sistema di monitoraggio aggiornato in modo costante sugli atti razzisti.” Come si spiega nell’articolo, ci sono però due principali limiti delle raccolte di dati anti-discriminazioni:
- Sono portate avanti da istituti diversi, con metodologie non omologate e impossibili da confrontare.
- Hanno modalità di identificazione dei gruppi di riferimento non definite. Nel discorso sul razzismo, spesso si sovrappongono varie categorie, come migranti, seconde generazioni, persone con origini migratorie e rifugiati. Tuttavia, il razzismo è un fenomeno ben definito, e questa mescolanza complica l'analisi accurata dei dati.
Sul tema della discriminazione razziale vogliamo farti tre segnalazioni.
Una video intervista a Nadeesha Uyangoda, 28 anni, una «donna italiana nera». A definirsi in questo modo è lei stessa, ponendo l'accento sulle sue origini shrilankesi e sulla sua appartenenza all'Italia, dove vive da oltre 20 anni. Ciò fa di lei un'italiana di seconda generazione. Attraverso il suo lavoro di giornalista e autrice freelance, Nadeesha cerca di accendere i riflettori sui temi del colorismo e del privilegio della pelle chiara, sulle manifestazioni del razzismo in Italia e sugli strumenti per combatterlo.