Ciao!
Il 2024
sarà l'anno "più elettorale" di sempre, con oltre 50 elezioni che coinvolgeranno 76 Paesi in tutto il mondo.
Si terranno le votazioni per il rinnovo del Parlamento e le elezioni amministrative in cinque regioni italiane. Inoltre, si svolgeranno cruciali processi elettorali in nazioni di grande importanza geopolitica a livello globale, tra cui Stati Uniti, Russia, Regno Unito, India, Indonesia, Bielorussia, Iran e Taiwan. Paesi come Messico, Austria, Belgio e Portogallo saranno anch'essi impegnati nelle elezioni politiche.
E qual è un serio problema durante un periodo elettorale?
La disinformazione.
Una preoccupazione emersa anche nell’ultimo “
Global Risks Report 2024″ del World Economic Forum tenutosi a Davos dal 15 al 19 gennaio. Tra i 1.400 esperti di rischi globali, politici e leader del settore, intervistati nel settembre 2023, risulta essere la moltiplicazione delle fake news attraverso l’avvento dell’intelligenza artificiale e dell’intelligenza generativa (ad esempio, piattaforme come ChatGPT).
Le conseguenze? Si potrebbero verificare disordini civili, con conseguente aumento della censura, della propaganda interna e dei controlli sul libero flusso di informazioni da parte di alcuni governi.
Non solo la disinformazione è uno dei principali pericoli del nostro futuro, ma lo è altrettanto la “misinformazione”.
La misinformazione è un'informazione fuorviante, imprecisa o completamente falsa che viene diffusa senza l'esplicita intenzione di ingannare.
Come si differenzia dalla disinformazione? Se la disinformazione è l’attività di chi scientemente costruisce una storia falsa per raggiungere uno scopo, la misinformazione è l’attività di chi condivide una notizia senza la consapevolezza di manipolare l’opinione pubblica. È un comportamento, per così dire, “leggero”.
L’invito degli esperti che hanno redatto il Global Risk Report si concentra su due punti in particolare:
- rivedere gli accordi per l'integrazione dell'IA nei processi decisionali legati ai conflitti armati;
- campagne di alfabetizzazione digitale sulla disinformazione e sulla manipolazione delle informazioni.
Proprio in questi giorni OpenAI, azienda sviluppatrice di ChatGPT, ha annunciato alcune azioni che metterà in atto proprio per contrastare le false notizie:
- verranno attivate delle barriere su DALL·E (l’algoritmo in grado di generare immagini a partire da input testuali) così che gli utenti non possano generare immagini di persone reali, compresi i candidati
- non consentiranno alle persone di creare applicazioni per campagne politiche e di lobbying
- non permetteranno di creare chatbot che fingano di essere candidati o istituzioni
- implementeranno negli algoritmi C2PA (Coalition for Content Provenance and Authenticity), il protocollo che permette di identificare la natura falsa delle immagini generate dall’intelligenza artificiale
- integreranno a la possibilità di restituire dati aggiornati in tempo reale, inclusi link verso fonti di informazioni attendibili e verificate.
Secondo il
Center for Countering Digital Hate (organizzazione no profit impegnata nel contrasto alle fake news ) c’è un luogo dove la disinformazione e l’antiscientismo si incontrano, ed è Youtube. Attraverso un’intelligenza artificiale che sfrutta un modello di deep learning, hanno analizzato le trascrizioni di 12.058 video pubblicati su YouTube negli ultimi 6 anni da 96 canali che, solitamente, promuovono contenuti che minano il consenso scientifico.
“
Nell’arco di questi 6 anni i messaggi fuorvianti, principalmente focalizzati sul sostenere che le soluzioni climatiche non funzioneranno o che la climatologia e l’attivismo ambientale non sono affidabili, sono cresciuti rispettivamente del 21,4% e del 12%. L’idea che la crisi climatica sia una bufala è scesa del 34,3%.”
riporta il magazine La Svolta.Un pericolo che sembra viaggiare però anche su altre piattaforme e in generale sul tema dell’informazione.
Da
un articolo di Francesco Brocca per Il Sole 24 Ore: “
Secondo un recente studio del Reuters Institute i giovani, nella loro scelta del canale informativo, sono influenzati dalle percezioni di pregiudizio e affidabilità verso i media mainstream. Nonostante i giornali si stiano riversando sui social per riconnettersi ai giovani, questi preferiscono molto di più seguire le notizie date loro da influencer e persone comuni.”Il nostro appello al mondo del calcio
Facciamo un salto e trasferiamoci sui campi da calcio.
“Monkey” è l’insulto che i tifosi dell’Udinese hanno rivolto sabato scorso al portiere del Milan Mike Maignan. Una situazione uscita fuori controllo e che ha causato l’interruzione della partita per 5 minuti.
Non è la prima volta che succede un episodio del genere. Ma questa volta, al contrario di altre, l’involontario protagonista ha deciso di non restare in silenzio pubblicando sui social questo messaggio:
«Non è stato il giocatore ad essere aggredito.
È stato l’uomo. È stato il padre di famiglia.
Non è la prima volta che mi succede. E non sono il primo a cui è successo. Abbiamo diffuso comunicati stampa, campagne pubblicitarie, protocolli e nulla è cambiato. Oggi un intero sistema deve assumersi la responsabilità:
⁃ Gli autori di questi atti, perché è facile agire in gruppo, nell’anonimato di una tribuna.
⁃ Gli spettatori che erano in tribuna, che hanno visto tutto, che hanno sentito tutto ma che hanno scelto di rimanere in silenzio, siete complici.
⁃ Il club dell’Udinese, che ha parlato solo dell’interruzione della partita come se nulla fosse successo, è complice.
⁃ Le autorità e il pubblico ministero, con tutto ciò che sta accadendo, se non fate nulla SARETE COMPLICI ANCHE VOI.
L’ho già detto e se è il caso lo ripeterò: non sono una VITTIMA.
E voglio dire grazie al mio club AC Milan, ai miei compagni, all’arbitro, ai giocatori dell’Udinese e a tutti quelli che mi hanno mandato messaggi, che mi hanno chiamato, che mi hanno sostenuto in privato e in pubblico.
Non posso rispondere a tutti ma vi vedo e siamo INSIEME. È una lotta difficile, che richiederà tempo e coraggio. Ma è una battaglia che vinceremo».
C’è un solo club in Italia che al momento ha preso un impegno concreto nel contrasto alla violenza delle parole, ed è proprio il Milan.
Nel 2021 ha firmato il Manifesto della comunicazione non ostile e nel corso di questi anni si è impegnato concretamente nella formazione delle giovani generazioni di calciatori, sotto la guida del nostro decalogo e dei nostri formatori.
Facciamo un invito a tutti i club di calcio a “fare Rete”.
A unirsi in un’azione comune di contrasto della violenza del tifo attraverso la bussola dei nostri dieci principi di stile.
Sarebbe un segnale importante di cambiamento e di voglia di essere davvero capitani del futuro!