Ciao!
Quella che sta per iniziare
è la settimana di Sanremo.
Che ci piaccia o meno è uno degli eventi mediatici che crea maggiore dibattito, soprattutto online. L’edizione del 2021, secondo Talkwalker, ha registrato
oltre 6 milioni di interazioni sulle piattaforme social, il 52% delle quali è avvenuta su Instagram.
E quest’anno come andrà? Sicuramente il trend verrà rispettato, soprattutto alla luce dei nomi dei cantanti in gara, (quasi) tutti molto attivi online.
Secondo una ricerca della società DeRev
il più “influente” tra i concorrenti è Gianni Morandi, nonostante la sua fanbase di oltre 4 milioni di follower non sia la più numerosa, seguito al secondo posto da Emma e da Blanco, il giovanissimo cantautore che farà coppia con Mahmood.
A testimoniare la relazione ormai inscindibile tra Sanremo e i social c’è anche la partecipazione di nuovi talenti che sono stati scoperti proprio online, tra questi Matteo Romano che si è fatto conoscere su TikTok: oggi ha 362.6K fan e oltre 2 milioni di like.
Lo conosci FantaSanremo? È uno dei fenomeni social legati al Festival. In sintesi, segue le regole semplici del Fantacalcio dove si creano delle squadre virtuali formate da persone reali. Quello che accade sul palco dell’Ariston è il corrispettivo di una partita, dove le squadre accumulano punti in base alle azioni dei giocatori. Vince chi totalizza più punti.
Vuoi giocarci? Hai tempo fino a questa sera per formare la tua squadra. Non paghi con soldi reali, ma in Baudi! :D
“Se Emma avesse avuto Tinder, o meglio ancora Bumble? Avrebbe fantasticato nella stessa maniera? L’algoritmo le avrebbe fatto trovare il Visconte, o Leon? Oppure si sarebbe stancata prima, esausta e nauseata dalla riproduzione algoritmica di speranza e rifiuto?”Questo è uno dei passaggi dell’interessante
articolo dal titolo “Digital Bovary” pubblicato sul magazine di Treccani, Il Tascabile, dove si trova questo parallelismo tra bovarismo e desiderio digitale.
Cosa vuol dire “
bovarismo”? Non preoccuparti, adesso ti spieghiamo meglio. Partiamo, appunto, dal termine “bovarismo”, il quale fa riferimento al romanzo “Madame Bovary” di Flaubert e che descrive
quel tipo di atteggiamento psicologico per cui ci affidiamo così tanto alla fantasia, tanto a volte da costruirci una personalità fittizia che però va in contrasto con la cruda realtà, lasciandoci un senso di smarrimento e vuoto.
“La letteratura offre ad Emma gli strumenti per costruire la sua fantasia” proprio come è successo a noi in questo tempo di pandemia dove “Quello che si è digitalizzato non è soltanto il consumo, o il lavoro, ma anche la forma e gli strumenti del desiderio.”“Emma, come noi, si sarebbe lasciata assorbire da Instagram, Tik Tok e Tinder fino all’esaurimento. Avrebbe guardato le vacanze degli altri, commentandone la fotogenia, avrebbe imparato ricette gourmet e identificato gli youtuber migliori, avrebbe passato la notte insonne a scorrere le foto di futuri amorosi promessi dalle dating app. In ogni immagine, avrebbe cercato di scorgere i segni di un’alchimia fatale, dragando nelle poche parole di biografia le tracce di tutti gli amorevoli dialoghi di domani. La realtà l’avrebbe certamente frustrata, come accade a noi quando leggiamo i messaggi inconsistenti del nostro ultimo match; o intristita, come quando il nostro match non si degna di scriverci, oppure ci manda stringhe incomprensibili di emoticon: una slitta, un pretzel, un pulcino: perché?”Se vuoi continuare a approfondire l’articolo
ti lasciamo qui il link.
E se Madame Bovary è stata “
vittima” delle appassionate storie dei romanzi che era solita leggere anche noi lo siamo delle vite degli altri, soprattutto quelle che vediamo sui social. Lo sanno bene
i giovanissimi che iniziano ad avere relazioni digitali prestissimo.
Gli ultimi dati raccolti dal Garante per la protezione dei dati personali insieme a Skuola.net, in vista della Giornata Europea della protezione dei dati personali, rileva che
quasi due ragazzi su tre si sono iscritti a un social network prima dell'età consentita dalla piattaforma.
Qui il dettaglio dell’indagine. Ti è mai capitato di fare o scrivere
un commento su una squadra di calcio o su un giocatore? Se sì, avrai notato come immediatamente il dibattito online e offline si accenda, fino a prendere fuoco. Una situazione che, a volte, non soltanto è insostenibile, ma che svuota il dibattito di ogni valore sportivo.
Che il calcio sia un ambito costellato di ostilità non siamo certo noi i primi a dirlo, lo confermano i dati appena emersi dal
Rapporto “Calciatori sotto tiro”, elaborato dall’Osservatorio dell'Associazione Italiana Calciatori.
Nel corso degli ultimi due campionati (2019/2020 e 2020/2021) sono stati analizzati numerosi dati che hanno tratteggiato un quadro dove sono 114 gli atti di intimidazione e minaccia ricevuti dai calciatori.
Il dato che però ci colpisce è che
il 26% di queste aggressioni avviene sui social media, in particolare su Instagram. A essere attaccati sono anche i profili di mogli, figli, fratelli dei giocatori. Il report segnala, inoltre, che l’utilizzo di questo canale di offesa (con profili veri o falsi) è largamente incrementato nel periodo di chiusura degli stadi. Le intimidazioni via social sono state attuate soprattutto da singole persone.
Parole O_Stili proprio nell’ottica di prevenzione ai linguaggi ostili nel mondo dello sport ha attivato una partnership con alcuni Corecom del territorio nazionale, attraverso un percorso di formazione gratuita che tutti gli insegnanti delle regioni coinvolte possono utilizzare gratuitamente sul nostro portale
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