Cominciamo un po’ dal principio, dall’origine della parola podcast.
Il termine fu coniato da Ben Hammersley, un tecnologo britannico, che in un articolo del "The Guardian" nel 2004 per descrivere dei file audio da ascoltare/scaricare online ha abbinato le parole "
iPod" e "
broadcast", dove "
iPod" stava per il dispositivo per ascoltare mp3 inventato da Apple e “
broadcast” per il processo di diffusione di programmi tv o radio.
Cos’è esattamente un podcast?
Prima di passare alla spiegazione, facciamo una premessa a cui teniamo: i podcast sono fatti di parole, tante parole. In questo formato, il linguaggio è centrale rispetto a qualsiasi altro mezzo di comunicazione, e quindi è ancora più importante fare attenzione e avere cura di tutte le parole che vengono scelte.
I podcast sono dei contenuti informativi o di intrattenimento, principalmente in formato audio, e possono essere ascoltati online. Questi possono essere archiviati e ascoltati/fruiti anche in modalità offline.
Sono i cugini delle trasmissioni radiofoniche, ma hanno delle caratteristiche molto specifiche:
- sono on demand: ovvero possono essere ascoltati quando vogliamo e non seguono una programmazione di palinsesto;
- sono “portatili”, perché li possiamo ascoltare con tanti dispositivi diversi come telefoni, tv, computer, ecc…;
- sono di facile accesso, perché spesso sono prodotti gratuiti che vengono messi a disposizione da testate giornalistiche, brand o da case di produzione.
Al contrario della radio, i podcast possono essere di formati molto diversi tra loro:
- di conversazione: ovvero delle persone che parlano di un argomento o un conduttore che intervista uno o più ospiti;
- monologhi; sono condotti da una solo persona che disserta a braccio di un argomento
- fiction; sono basati su testi di narrativa o raccontano delle storie inventate
- non fiction; raccontano fatti realmente accaduti e dove l’elemento dell'improvvisazione è completamente abbandonato
- video podcast; sono quei formati che oltre all’audio vengono supportati da video e che diventano maggiormente spendibili su social e piattaforme come YouTube.
Davvero i podcast meritano la nostra attenzione?
Secondo la quinta edizione della
“Ipsos Digital Audio Survey”, circa 11,9 milioni di persone hanno ascoltato un podcast nell’ultimo mese, un dato in crescita rispetto agli 11,1 milioni del 2022 e ai 9,3 milioni del 2021. L’ascoltatore medio ha meno di 35 anni, ascolta principalmente su smartphone mentre si trova a casa e sempre più spesso sceglie di ascoltare podcast consigliati da influencer.
Se c’è un tratto che va evidenziato all’interno di questo fenomeno è quello generazionale. La Gen Z ha generato quasi 50 milioni di ascolti di podcast su Spotify nel primo semestre del 2023, portando ad un aumento del 71% in Italia rispetto all'anno precedente. Un aumento che è stato decisamente significativo per alcune tematiche come Religione/Spiritualità (+218%) Salute e Fitness (+110%) e Storia (+79%).
I dati sono stati raccolti dallo studio
“Culture Next” di Spotify.
Ti è venuta voglia di ascoltare podcast?
Non preoccuparti, ne abbiamo selezionati alcuni molto interessanti. Quindi, se non hai mai ascoltato uno, questo è il modo migliore per iniziare.
Iniziamo con i daily dedicati all’informazione e alla cronaca:
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Stories, della giornalista Cecilia Sala che ogni giorno sceglie una storia per spiegare nel modo migliore l’attualità e la realtà che ci circonda
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Morning, del vicedirettore de Il Post, Francesco Costa, che ogni mattina legge e analizza la rassegna stampa delle principali testate italiane.
Continuiamo con le parole e il linguaggio:
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Amare parole, un podcast del Post sul linguaggio e i suoi cambiamenti, con Vera Gheno.
E continuiamo con la tecnologia:
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Scomplicalo, di Will Media con Francesco Oggiano. In cinque puntate ci spiegano, in modo semplice e discorsivo, cos’è e a cosa serve l’Intelligenza Artificiale.
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L'altra metà del verso - Essere umani nel mondo dei dati, un podcast originale di Luca De Biase per Rai Radio3. Un viaggio all’interno dell’enorme quantità di dati sui quali si basano le nostre vite digitali e tecnologiche. Tanto che il potere degli Stati si basa anche sul controllo di questi dati.
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Le origini e l'evoluzione del mondo virtuale, è scritto da Pietro Minto per Intesa Sanpaolo e ripercorre le origini, le prime applicazioni e l’evoluzione, fino ai giorni d’oggi, del mondo virtuale in ogni sua interpretazione. Dai primi gadget commerciali degli anni Ottanta al tanto discusso metaverso.
E poi aggiungiamo un suggerimento bonus….
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Boomer si nasce, un podcast che ci accompagna nella vita online e offline dei ragazzi di oggi attraverso alcune parole ed espressioni molto utilizzate dalla Generazione Z, e che ci raccontano il rapporto dei più giovani con internet e i social media.