Sul palco del nostro Festival affronteremo un nuovo e importante tema, quello del consumo di pornografia da parte dei più giovani.
Ad esempio, lo sapevi che…
- Il 46% dei minori di 15 anni non ha sugli smartphone filtri anti-pornografia. [Fonte Istituto Piepoli 2023]
- Solo il 7% degli adolescenti non ha mai fruito di video pornografici. [Fonte Consiglio Nazionale Delle Ricerche]
- Il 18,5% (di cui 23,9% studenti; 10,8% studentesse) è dell’avviso che sia l’uomo a dover dirigere il rapporto sessuale. [Fonte Consiglio Nazionale Delle Ricerche]
- L’età media della prima esposizione alla pornografia è tra i 7-8 e gli 11 anni [Fonte Osservatorio nazionale Adolescenza Onlus].
Secondo gli esperti, l’esposizione precoce alla pornografia online di pre-adolescenti e adolescenti è un fenomeno che gioca un ruolo importante:
- nella cronicizzazione degli stereotipi di genere
- nel deterioramento dell’autostima, l’amplificazione di emozioni negative (rabbia, paura, tristezza e angoscia) e alti livelli di ansia e depressione. [Fonte CNR-Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali].
Come possiamo proteggere le nuove generazioni da contenuti che potrebbero influenzare negativamente il loro sviluppo e le loro future relazioni? La chiave è sempre la consapevolezza, che diventa concreta nel momento in cui accompagniamo bambini e ragazzi durante la navigazione, non lasciandoli mai da soli con i device, e attivando i sistemi di parental controls su tutti i dispositivi digitali.
Quindi, in un’epoca in cui l’accesso ai contenuti è immediato e spesso incontrollato, è fondamentale aprire un dialogo su come i giovani si rapportino alla sessualità attraverso il web.
Per noi di Parole O_Stili diventa urgente riflettere sul tema e approfondirlo, proprio perché la pornografia può distorcere la percezione della sessualità e delle relazioni. Per questo invitiamo a un dialogo aperto, coinvolgendo scuola, famiglia e società, per promuovere un'educazione affettiva e sessuale strutturata, così da offrire risposte adeguate, in modo che i giovani non debbano rivolgersi solo alla pornografia per colmare le loro curiosità.
Il Festival sarà un’occasione per iniziare a parlarne.
Per entrare nello spirito di questa edizione abbiamo fatto un paio di domande a Cosimo Marco Scarcelli, professore associato dell’Università di Padova ed esperto dei temi connessi al rapporto tra media digitali, genere e sessualità e all’uso delle tecnologie digitali da parte dei giovani.
Prof. Scarcelli, ma è davvero la facilità d’accesso il motivo principale per cui i ragazzi e le ragazze adolescenti consumano contenuti pornografici?
Le motivazioni sono più complesse. C'è una curiosità naturale verso la sessualità, ma allo stesso tempo c'è un silenzio assordante su questi temi, sia a scuola che in famiglia. Ancora oggi, si fatica a parlare di sessualità, e i giovani cercano risposte nel mondo digitale, accedendo quindi spesso anche alla pornografia.
Secondo lei cosa dovrebbero fare la scuola, la famiglia e la società per rispondere alle necessità degli adolescenti di oggi?
Dovremmo sicuramente introdurre un'educazione sessuale strutturata. L'Italia è uno dei pochi Paesi europei a non avere un programma di educazione sessuale nelle scuole. Nelle famiglie, parlare di sessualità è ancora difficile, non per mancanza di volontà, ma perché i genitori, a volte, si vergognano o non sanno come affrontare l’argomento. È essenziale fornire ai giovani strumenti per decodificare i contenuti che incontrano online: parlare di consenso, di violenza, salute sessuale, ecc., in modo da non lasciare le ragazze e i ragazzi senza punti d’appoggio e cornici di senso per interpretare quello che vedono.