Ciao!
Oggi il nostro numero de “Il Megafono giallo” inizia con un argomento diverso dal solito, così come tragicamente diversa è stata la settimana appena trascorsa, durante la quale un ragazzo di 17 anni ha ucciso la sua famiglia.
In questi sette anni di attività della nostra associazione abbiamo incontrato oltre 1 milione di studenti e studentesse. Con loro abbiamo parlato di odio, di violenza, ma anche di rappresentazione di se stessi, di modalità di convivenza e partecipazione.
Che lingua parlano, quali sono i loro comportamenti online, cosa provano e come agiscono? È quello che proviamo a decodificare quotidianamente quando entriamo nelle classi. Proprio per questo la notizia della “strage di Paderno Dugnano”, così come è stata chiamata dai giornali, ci ha profondamente colpiti.
È stato detto e scritto molto, spesso impropriamente, altre volte con toni accusatori nei confronti di quei genitori che hanno perso la vita per mano del loro stesso figlio, altre volte contro i videogiochi e i social che contribuiscono all’isolamento di un’intera generazione.
Durante questa settimana abbiamo riflettuto a lungo sulla vicenda e, per riassumere ciò che sentiamo e riteniamo utile condividere, ci siamo affidati alle parole di Stefania Crema, avvocata, specialista in criminologia, mediatrice di conflitti familiari e formatrice per Parole O_Stili.
Smettiamola di giudicare
Viviamo in una società performante e individualista, dove la fragilità è una colpa e il dialogo e la comprensione sono azioni difficili, perché richiedono uno spostamento verso le altre persone.
Questa frustrazione i ragazzi e le ragazze molto spesso la esprimono in Rete, dove danno riconoscimento al loro dolore, per dar conto della solitudine e per annebbiare il sentire distonico che li pervade.
L’adulto, i genitori, la famiglia devono mettersi in relazione per comprendere, per dar voce al loro sentire, per far capire che possono esprimersi senza essere giudicati e soppesati ma accolti e supportati anche in quegli eventi che spaventano.
E se noi adulti siamo spaventati, come possono stare i nostri ragazzi e le nostre ragazze? Dobbiamo imparare a stare con noi stessi, a gestire le relazioni, anche quando ci sono conflitti. Dobbiamo imparare a costruire relazioni basate sull’identificazione dell’altro, sulla comprensione e non sulle dinamiche di ragione o potere.
La sfida delle famiglie
I genitori devono lavorare sulla comunicazione, sull’espressione e la declinazione delle emozioni: devono saper riconoscere le identità dei figli e delle figlie che hanno dinanzi, non quelli che si aspettavano o che avrebbero soddisfatto le loro aspettative.
Devono essere pronti a gestire quelle identità, ma soprattutto a reggere il conflitto, la delusione ed il senso di inadeguatezza, accogliendo, a volte, anche con una presenza silente quel fragore emotivo dell’essere adolescente oggi.
Essere genitori di un/una adolescente non è semplice, è importante riuscire a stabilire un nuovo equilibrio tra il bisogno di autonomia da un lato e la normale dipendenza dall’altro. In una situazione simile è comune trovarsi di fronte a un continuo allontanarsi e riavvicinarsi.
Porre le domande giuste e magari scomode che permettono l’affermazione della rabbia e del dolore nella comunicazione è un imprescindibile azione per una crescita sana.L’autorevolezza e la solidità delle figure genitoriali sono una risorsa preziosa per l’adolescente. Questi dovrebbero avere sia delle regole da rispettare che la sensazione che gli adulti abbiano fiducia in loro e gli diano progressivamente autonomia.
E proprio per parlare di genitori e figli, venerdì 13 settembre alle ore 11 la nostra Presidente Rosy Russo parteciperà a “Il tempo delle donne”, il Festival organizzato ogni anno dal Corriere della sera.
“Figli & genitori: qualcosa è cambiato”, è il titolo dell’incontro, che prevede la partecipazione di:
- Matteo Lancini, psicologo e psicoterapeuta
- Aurora Ramazzotti, entertainer e content creator.
A moderare il panel sarà Chiara Bidoli, Direttrice responsabile delle testate infanzia del gruppo RCS.