LGBTQ+: cosa vogliono dire le parole di questo acronimo? | Parole O_Stili
Pride Flag

LGBTQ+: cosa vogliono dire le parole di questo acronimo?

122

20/06/22

Immagine header il Megafono giallo
Ciao!
Il mese di giugno è il mese del Pride.
Sai cosa vuol dire? Che la comunità LGBTQ+ celebra, attraverso iniziative e parate, le proprie identità, così da non farci dimenticare che la difesa dei diritti delle persone è un bene irrinunciabile.

5.300 sono gli insulti omofobi che ogni mese in Italia vengono pubblicati sui social online (una cifra sicuramente segnata al ribasso, data a volte la difficoltà tecnica di individuarli) e nel mese del Pride salgono a 6.600, circa il 25% in più. 
Lo ha rivelato un’indagine portata avanti dall’organizzazione Dentsu Italia, che segnala anche come gli autori di questi insulti sono per il 60% uomini e che le espressioni di odio maggiormente utilizzate sono (*ci scusiamo per il linguaggio ma è importante a volte guardare in faccia la realtà delle cose per capirla meglio): frocio 63%, ricchione 17%, checca 14% e culattone 3%. A leggere questi numeri, di mesi dedicati al Pride ne servono ancora moltissimi.

Se vuoi leggere il report completo fallo qui.
Parole O_Stili
Questo è, ad esempio, lo screenshot dei messaggi ricevuti in chat da un ragazzo di 18 anni di Perugia. La violenza passa anche attraverso le parole e questa, purtroppo, è la situazione che tanti ragazzi e tante ragazze ma anche uomini e donne adulte vivono quotidianamente. Episodi aggressivi che, come testimoniano i tanti casi di cronaca del nostro Paese, possono avere anche epiloghi tragici: pensiamo alla storia dell’insegnante Cloe Bianco o di Sasha, il ragazzo transgender di 15 anni che si è suicidato a Catania.

Le parole sono importanti, lo ripetiamo ancora e ancora una volta. E proprio per questo è importante conoscerne bene il significato, per saperle usare con cura, così da riconoscere identità, includere e creare ponti con gli altri… in una cornice dove le differenze non sono altro che sfumature di un unico genere: quello umano!

A tal proposito ti lasciamo qui sotto un breve vocabolario delle parole della comunità LGBTQ+ che ha realizzato per noi Cathy La Torre, avvocata e attivista che proprio un mese fa è stata ospite al nostro Festival della comunicazione non ostile.
Ed è proprio con Cathy e il vocabolario LGBTQ+ che abbiamo iniziato questa settimana di formazione per tutti i collaboratori e collaboratrici di NTT Data Italia.
Inclusion Week” è il titolo dell’iniziativa che l’azienda internazionale di innovazione tecnologica ha voluto organizzare con noi proprio per celebrare il mese del Pride.

Nei prossimi giorni, fino a venerdì, saranno ospiti anche
Maria Cafagna, Igor Suran, Valentina Dolciotti, Irene Facheris e Enrica Scielzo.

Il mini vocabolario LGBTQ+ 

Ally | Alleati della causa LGBTQ+, che si battono per creare un ambiente adeguato e più inclusivo, usando anche le parole giuste.

LGBTQI+ | L'acronimo di origine anglosassone indica le persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer (termine ombrello per indicare le minoranze sessuali e di genere) e intersessuali (persone biologicamente nate con entrambi gli organi sessuali o con caratteristiche fisiche di entrambi i sessi biologici). Il più sta a indicare tutte le altre identità che esistono ma che non sono inserite nell’acronimo.
Il modo perfetto per riferirsi alla comunità è quindi usare l'acronimo LGBTQ+, senza mai dimenticare il più, che serve a ricordarci di tutte le altre identità esistenti.

Ora che sappiamo cosa vuol dire LGBTQ+, dobbiamo fare chiarezza su tre termini: genere, sesso e orientamento sessuale. Qual è la differenza?

Sesso | È il sesso biologico assegnato alla nascita in base agli organi genitali.

Genere | Non si collega al sesso biologico, ma è una sfera intima che ha a che fare sul come ci sentiamo noi rispetto al sesso. Ci sono persone che si sentono appartenere al proprio sesso biologico (persone cisgender) e ci sono persone che hanno una percezione di sé diversa da quella del genere assegnato alla nascita, in base al sesso biologico.

Transgender | Indicare tutte le persone la cui identità non combacia con il sesso assegnato alla nascita Alcune di queste persone scelgono di affrontare un percorso di transizione. Il termine corretto per chi affronta una transizione di genere è "persona transessuale" o "persona trans". Tutti i termini con solo l’articolo femminile o maschile (es. il trans, la trans...) non vanno utilizzati perché sono offensivi. In alternativa, posso sempre usare "donna trans" per chi compie la transizione da uomo a donna e "uomo trans" per quella da donna a uomo. 

Non binary | Persone che non si identificano nei due generi maschile o femminile. 

Orientamento sessuale | Indica da chi siamo attratti. Possiamo essere attratti da persone del sesso opposto (eterosessuali), da persone del nostro stesso sesso (omosessuali), da entrambi (bisessuali) o da nessuno (asessuali).

Coming out | Atto in cui pubblicamente raccontiamo il nostro orientamento sessuale o la nostra identità di genere. Si rifà al termine inglese “uscire dall’armadio” ed è una metafora per indicare che sto dicendo al mondo esterno chi sono.

Outing | Avviene quando qualcuno rivela l’orientamento sessuale o l’identità di un’altra persona senza il suo consenso. Questa pratica oltre che scorretta, viola numerose leggi come il GDPR e comporta delle sanzioni. 

[Proprio in questi giorni si è verificato un caso di outing ai danni dell’attrice di Hollywood Rebel Wilson. Guarda il video]

Ora che abbiamo aggiunto nuovi termini al nostro vocabolario è il momento di essere inclusivi!
Proprio durante questo mese di giugno (qui Wired ti spiega perché è stato scelto proprio giugno) sono tante le iniziative che le aziende mettono in atto per incentivare e sostenere un processo di cambiamento e inclusione. Non è raro così imbattersi in spot pubblicitari, campagne di comunicazione, iniziative di aiuto concreto a associazioni o istituzioni.

Questo post di Inside Marketing raccoglie molti di questo 2022. 

Sottoscrizioni

Parole O_Stili
La riconosci? È la Reggia di Caserta!

Se ci segui sui nostri canali social sicuramente sai che proprio la settimana scorsa la storica residenza reale ha sottoscritto il Manifesto della comunicazione non ostile, adottandolo come carta etica di tutte le sue comunicazioni.
Parole O_Stili
Le parole sono uno strumento fondamentale per relazionarsi in una società” - afferma Tiziana Maffei direttore generale della Reggia di Caserta - “Il linguaggio non è mai neutro. La comunicazione per il Museo, Istituto al servizio della società e del suo sviluppo, è una funzione fondamentale di costruzione del pensiero critico. Aderiamo dunque con convinzione al Manifesto della comunicazione non ostile dell'associazione Parole O_Stili​ per farci promotori di un messaggio di inclusione e pacificazione".

Inoltre, dagli account social della Reggia di Caserta e di Parole O_Stili è partita una call to action per invitare altri importanti musei internazionali a condividere e sottoscrivere
il Manifesto della comunicazione non ostile, mentre proprio il decalogo è stato stampato in centinaia di copie e appeso in tutti gli uffici della Reggia. 

Appuntamenti 

21 Giugno
9.00 | Nel contesto del percorso formativo di LAZIO Crea rivolto ai dirigenti, presenteremo il Manifesto della comunicazione non ostile per dare spunti di riflessione utili in materia di inclusione e valorizzazione delle persone.

23 Giugno
9.00 | Saremo a Udine per un incontro formativo di aggiornamento rivolto ai docenti di religione delle scuole primarie. Rifletteremo sul valore della comunicazione non ostile e dell’empatia. In conclusione, presenteremo la piattaforma #Ancheioinsegno per dare spunti utili di attività da fare in classe con bambini e bambine.
18.30 | Prosegue il percorso formativo per i futuri Ambassador del Rotary Club di Bergamo. Durante questo appuntamento, racconteremo i materiali didattici di Parole O_Stili e la proposta formativa per la scuola secondaria di II grado. 
Immagine footer il Megafono giallo