Ciao!
"Siamo sul punto di utilizzare l'intelligenza artificiale per la più grande trasformazione positiva che l'istruzione abbia mai visto. E il modo in cui lo faremo è dando a ogni studente sul pianeta un tutor personale, artificialmente intelligente ma straordinario."
Questo è uno dei passaggi del Ted Talk che ha raggiunto quasi 3 milioni di visualizzazioni, realizzato da Sal Khan, amministratore delegato della Khan Academy, un'organizzazione non-profit che ha come obiettivo quello di fornire lezioni online gratuite a milioni di ragazzi e ragazze.
Di intelligenza artificiale ne abbiamo parlato in tanti modi, ma oggi ci concentreremo su quella utilizzata nel contesto scolastico, esplorandone il potenziale e le implicazioni che questa tecnologia potrà avere.
Perché, come disse Don Milani, in un modo colorito ma efficace:
“Ogni parola che non impari oggi è un calcio nel culo domani”
Quindi è nostro dovere, sia come cittadini ma anche genitori, insegnanti, educatori ecc… non posticipare la riflessione su un tema di assoluta urgenza.
Le parole di Sal Khan che abbiamo citato fanno sicuramente timore: “A educare le generazioni future saranno i robot?”
Istintivamente, è una domanda la cui risposta fa paura, ma è responsabilità di tutti noi analizzare quali potrebbero essere davvero gli svantaggi e quali i vantaggi di un futuro con queste caratteristiche.
Per avanzare nel ragionamento ci facciamo aiutare, tra le altre cose, dalla “
Guida per l’intelligenza artificiale generativa nell’istruzione e nella ricerca” elaborata dall’Unesco. Il documento ha l’obiettivo di diventare una bussola per l’utilizzo dell’AI (e in particolare delle intelligenze artificiali generative come Chat GPT) a scuola, e più in generale nel campo della formazione.
Quali sono gli svantaggi dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale nella quotidianità didattica di studenti e studentesse?
Segnaliamo qui i principali:
1) Non ci sono attualmente prove a sostegno dell’idea che l’AI come tutor possa funzionare e possa avere dei benefici nell’apprendimento.
2) I chatbot basati sull’intelligenza artificiale
in alcuni casi inventano liberamente cose e potrebbero fornire alle classi informazioni false. Quindi questo comporterebbe, affidare l’istruzione a fonti inaffidabili
3) Un uso di chatbot con intelligenza artificiale potrebbe delegittimare il ruolo degli insegnanti tradizionali.
Quali sono, invece, i vantaggi dell’AI nella quotidianità didattica di studenti e studentesse?
1) Potrebbe offrire un apprendimento su misura e più veloce rispetto alle metodologie tradizionali utilizzate dagli insegnanti.
2) Potrebbe prevenire l’abbandono scolastico e migliorare l’orientamento. Ad esempio, c
ome ha spiegato a Wired Chiara Panciroli, professoressa ordinaria al Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università di Bologna, responsabile scientifica dell’Unità Ai and Education:
“Si possono addestrare gli algoritmi che esaminando gli accessi degli studenti alle piattaforme online, le presenze a lezione, i tempi di consegna dei compiti e altri parametri, prevedono quando è più probabile che uno studente possa abbandonare gli studi: l’idea è che in questo modo si possa intervenire per tempo, per esempio con un riorientamento rapido o offrendo un piano didattico personalizzato, ed evitare l’abbandono. Un'altra utilità di sistema è quella legata al sistema di valutazione delle scuole, l’Invalsi: l’intelligenza artificiale può fare da supporto a questo sistema, per esempio leggendo e comparando in modo integrato tutti i dati raccolti e individuando criticità, punti di forza, lacune”.3) Se usati in modo appropriato, possono dare maggiori possibilità di dedicarsi ad attività più creative e divertenti.
Quindi, i chatbot di intelligenza artificiale entreranno a pieno titolo nelle classi scolastiche?
“È ancora un po' fantascienza ma è molto meno fantascienza di quanto lo fosse in passato." ha detto Greg Brockman, Presidente di OpenAI, l’azienda di Chat GPT.
In questo tempo che divide il futuro dal presente, è nostra responsabilità fare alcune richieste, sia a livello istituzionale che imprenditoriale:
- pretendere che queste tecnologie siano eque, ovvero accessibili a tutti e a tutte
- acquisire le giuste competenze e conoscenze così da poterci proteggere dai rischi che queste possono comportare
- assicurarci l’implementazione di tutte le garanzie e lo sviluppo di tutte quelle norme utili per integrarle in modo sicuro nei sistemi d’istruzione.
Come spesso diciamo durante i nostri momenti formativi, al di là delle competenze tecniche “la Rete è cultura da abitare”. Quindi, oltre le competenze tecniche, è nostro dovere acquisire piena consapevolezza di come funzionano e come dobbiamo far funzionare i sistemi di Intelligenza Artificiale.
Allo stesso tempo però:
Dobbiamo pretendere il massimo impegno dall’AI
Dobbiamo chiedere che sia vicina alla vita e alle identità dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze
Dobbiamo fare in modo che non sia una semplice macchina, ma che sappia valutare e valorizzare anche i sentimenti, le emozioni e i talenti delle generazioni future.
Prendiamoci il tempo; per osservare, per tenere d’occhio e monitorare le azioni quotidiane delle aziende tecnologiche.
Non è tempo di abbassare la guardia ma, soprattutto, non dimentichiamoci mai che…
prima di ogni tecnologia e di ogni progresso, c’è l’uomo, la donna e il rispetto della loro essenza.
È difficile non aver notato che il tennista italiano Jannick Sinner ha vinto il torneo degli Australian Open (è il primo dei quattro tornei che compongono il Grande Slam). L’euforia espressa dai media e dalle persone sui social è tanta, perché era dal 1946 con Adriano Panatta che l’Italia non vinceva un torneo di singolare maschile.
Da un’analisi delle ricerche Google subito dopo la vittoria è emerso (lo spiega Arcadiacom.it a Rainews) che nel mondo c’è stato un picco di ricerche su età, provenienza e nazionalità del giovane campione. Addirittura si sono impennate anche le ricerche su San Candido, il suo paese di origine.
Le emoji più utilizzate per raccontare l’impresa del campione? Queste: