E se questa è la fotografia di un anno di conversazioni, non ci resta che fare una zoomata su un episodio di violenza verbale contro le persone con disabilità avvenuto pochi giorni fa.
Protagonista della vicenda è Sdrumox, uno streamer di Twitch che dalla piattaforma
è stato bannato a vita per hate speech. Per questo motivo è sbarcato su Youtube dove, ad oggi, ha quasi 6 milioni di visualizzazioni.
Ed è proprio su YouTube (nello specifico, attraverso il canale di una coppia di suoi colleghi) che si lancia in una conversazione ben sopra le righe, riuscendo a unire insulti sessisti a quelli contro le persone disabili.
“
Ragazze handicappate e mezze ritardate” è solo una delle tante descrizioni che lo youtuber fa “
delle down”, altra sua espressione per parlare di ragazze con sindrome di down. Non ci addentriamo ulteriormente nei tanti passaggi di questa sua diretta ma,se vuoi approfondire
qui c’è la lettera aperta di Silvia, Giorgia e Sonia, tre attiviste sui temi della disabilità.
Nel frattempo YouTube ha cancellato il video e il canale “Fapensare”.
Non c’è molto da aggiungere a commento di episodi come questo, resta solo la frustrazione e la delusione per come gli straordinari strumenti messi a disposizione dalla tecnologia e dal web non vengano utilizzati per accorciare le distanze ma, al contrario, servano per costruire vere e proprie muraglie di discriminazione. Alcuni giorni fa Papa Francesco ha lanciato il suo messaggio in vista della 57ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali.
Uno dei passaggi della lunga lettera diceva:
«
Nel drammatico contesto di conflitto globale che stiamo vivendo è urgente affermare una comunicazione non ostile.»
Per poi continuare con: «
Parlare con il cuore è oggi quanto mai necessario per promuovere una cultura di pace laddove c’è la guerra; per aprire sentieri che permettano il dialogo e la riconciliazione laddove imperversano l’odio e l’inimicizia. Nel drammatico contesto di conflitto globale che stiamo vivendo è urgente affermare una comunicazione non ostile. È necessario vincere «l’abitudine di screditare rapidamente l’avversario, attribuendogli epiteti umilianti, invece di affrontare un dialogo aperto e rispettoso»