Ciao.
La settimana scorsa una parte della nostra newsletter era dedicata al ruolo degli influencer e scrivevamo: “... vogliamo soffermarci sull’importanza, la potenza e la responsabilità che gli influencer oggi ricoprono all’interno delle nostre vite”.
Questo lunedì
torniamo sul tema a seguito di un episodio accaduto un po’ a Milano e po’ online e che delinea in modo molto chiaro i contorni di quello che potrebbe diventare un problema più articolato:
il ruolo degli influencer nell’incitare il “lato oscuro” della community.
Gli influencerLo scorso martedì un influencer da 139 mila follower su Instagram e 323 mila su Twitch, proprio mentre era in diretta su quest’ultima piattaforma, è entrato in un locale milanese, e
ha iniziato a mettere in atto tutta una serie di comportamenti sgradevoli, risultando molesto agli altri clienti e al personale. Il suo obiettivo era farsi cacciare dai locali durante delle dirette streaming, collezionando visualizzazioni e nuovi fan sui social.
Insomma, un vero e proprio metodo (che mette in atto spesso) e che prevede anche l’attivazione della propria community, che non solo incita durante la diretta, ma viene anche invitata a lasciare commenti e recensioni negative al locale preso di mira, il quale subisce così un danno anche dal punto di vista commerciale. La titolare del locale milanese, affaticata e avvilita, ha lanciato un appello ai suoi clienti abituali, ai suoi fan, invitandoli a contrastare questa ondata di odio attraverso un’opinione diretta e sincera della propria attività da postare online.
C’è un principio del Manifesto della comunicazione non ostile che può sintetizzare al meglio l’accaduto: “Virtuale è reale”.
Una goliardata da ragazzi? Purtroppo no, in situazioni come questa non è più possibile ricondurre tutto a uno scherzo, a una stupidaggine fatta con i social perché le conseguenze sono concrete e hanno delle ripercussioni sulla vita di altre persone.
Le communityParole O_Stili lo sa bene: le community sono importanti e ne conosce la forza positiva e proattiva, tanto che la nostra la definiamo “una famiglia allargata”. Grazie al tuo sostegno e alla tua partecipazione, ad esempio, possiamo portare avanti quell'obiettivo di divulgazione che, con il passaparola, le tante condivisioni sui social, i progetti con la scuole e con le aziende, ci permette ogni giorno di portare un passo più in là il messaggio e i valori del Manifesto della comunicazione non ostile.
Ahinoi, accade sempre più spesso che questa forza positiva diventi un’arma per creare problemi e confusione. Alcune influencer, impegnate nel raccontare le violenze sessuali e le discriminazioni razziali e di genere,
hanno denunciato questi episodi ma si sono trovate esse stesse travolte dalle community “oscure”.
Valeria Fonte, ad esempio, ha subìto l’attacco di tantissimi follower dopo alcune sue critiche al programma Lo Zoo di 105, che aveva scherzato su uno stupro. Da quel momento, in tantissimi hanno segnalato il suo profilo tanto da indurre Instagram a bloccarle l’account. Ti lasciamo qui un articolo di Mashable Italia dal titolo
"Bannate per aver risposto agli hater" che approfondisce proprio episodi come questo.
Insomma, se la settimana scorsa riflettevamo sulle responsabilità degli influencer oggi non possiamo aggiungere che un altro pezzetto a questa riflessione sul ruolo che hanno le community.
Al momento non abbiamo delle risposte concrete ma sicuramente porteremo avanti queste riflessioni non soltanto all’interno della nostra newsletter ma anche nei nostri prossimi eventi. Quali? Ihih quello te lo racconteremo prossimamente.