Inutile dire che il termine è all’attenzione degli esperti, prima per la distruzione di Mariupol in Ucraina e adesso per la devastazione di Gaza, dove sono stati rasi al suolo:
“
Le stime del livello di distruzione degli edifici di Gaza sono controverse, ma il nuovo utilizzo delle immagini satellitari suggerisce che 98.000 edifici sono stati danneggiati prima del 29 novembre, data di inizio del cessate il fuoco temporaneo ormai abbandonato. I risultati si basano sull’analisi dei dati satellitari Copernicus Sentinel-1 dell’Agenzia spaziale europea da parte di Corey Scher della City University di New York e Jamon van den Hoek della Oregon State University.”
scrive sul The Guardian, Patrick Wintor.Da settimane c’è un episodio che ha catturato l’attenzione di media, del pubblico e degli esperti, ovvero il “Pandoro-gate” di Chiara Ferragni. Nel caso tu non ne fossi a conoscenza (ne dubitiamo, ma non si sa mai),
ti lasciamo qui un breve riassunto.Se oggi ne parliamo è perché vogliamo soffermarci a riflettere su due cose: sul termine “gestione delle crisi”, e sul ruolo etico e di responsabilità di figure come quelle degli “influencer”.
Crisis management
È quel termine che “
descrive l'insieme di pratiche volte ad affrontare una situazione che mette a rischio la performance e la reputazione aziendale”.
Secondo
Daniele Chieffi, esperto proprio di crisis Management, Chiara Ferragni ha sbagliato tre volte, in termini comunicativi:
1) Il primo errore è di auto-percezione. Lei non è più solo un’influencer del mondo del fashion, è un personaggio “politico” e per questo divisivo, tanto odiato quanto amato, in una perfetta polarizzazione che dal campo del fashion e dello stile si è spostata su temi e valori molto più “alti” e ad alto tasso di conflittualità.
2) Il secondo errore è diretta conseguenza del primo. La prima reazione, infatti, è stata contestare la sanzione stessa, non capendo che non fosse questo il problema ma il comportamento che l’antitrust sanzionava.
3) Il terzo errore è una clamorosa sottostima delle dinamiche di una crisi o, peggio, una clamorosa iperfiducia nelle proprie capacità comunicative. Costruire un video di scuse tecnicamente perfetto (forse anche un po’ troppo), studiato in ogni dettaglio che sostiene, in sintesi, che si è trattato di un errore che non si ripeterà e per sostenere la propria assunzione di responsabilità annuncia la donazione di una cifra importante. Tutto perfetto se non fosse che, dopo pochi giorni, la tesi dell’errore viene clamorosamente smentita da una seconda inchiesta, questa volta sulle uova di Pasqua.
La responsabilità
Diviene sempre più urgente, noi lo ripetiamo da anni, definire delle linee etiche e di responsabilità sulle attività, le azioni e i comportamenti di influencer e content creator, soprattutto quando si rivolgono a un pubblico giovanissimo. Il mondo dell'influencer marketing si è evoluto in modo tumultuoso e molto veloce, è quindi essenziale stabilizzare questo panorama iniziando da principi etici e deontologici.Durante questo periodo di feste, hai avuto modo di staccare dalla tua solita routine digitale? È stato un periodo tranquillo, oppure hai dovuto lavorare con gli stessi ritmi?
In ogni caso, l’augurio che ci facciamo e ti facciamo per questo nuovo anno è dedicare del tempo proprio alla disconnessione. La Rete è un posto meraviglioso, ma dobbiamo saperlo bilanciare insieme a tutte le altre attività.
C’è uno spot che racconta proprio questo sentire, e in due minuti ci mette davanti a una realtà che, in alcuni casi, rischia di farci perdere il piacere di alcune piccole cose della vita quotidiana.