Cosa sono le shitstorm?
Se la traduzione letterale è “
tempesta di m**da” nella realtà dei fatti sono delle bufere di critiche, insulti e indignazione che possono coinvolgere sia singoli utenti che aziende o istituzioni. A volte queste nascono da errori di comunicazione fatti da personaggi pubblici - perché hanno detto qualcosa di sconveniente - altre semplicemente da social mob organizzati per colpire un bersaglio specifico.
Nel caso di ClioMakeUp le shitstorm la colpiscono principalmente quando recensisce un prodotto di bellezza. Una shitstorm dopo l’altra Clio ha iniziato a parlare solo di quello che immaginava non avrebbe scontentato nessuno, a danno ovviamente della sua vera personalità e del suo stile naturale di fare community. Come ha spesso sottolineato Francesco Oggiano, giornalista e esperto di dinamiche dei social media, a volte pur di non scontentare nessuno online ci auto censuriamo.
In una delle sue newsletter scrive: “
C’è come questa paura nell’epoca del giornalismo social, che vi confesso ho avuto più volte anch’io: scrivere qualcosa di “spiacevole”. Letteralmente: scrivere qualcosa che potrebbe non piacere ai lettori. Per paura di rovinare loro una storia perfetta, di sfumare i ruoli di eroi e antagonisti, di stoppare l’indignazione e conseguentemente perdere like, smarrire follower, alienarsi simpatie o, peggio, finire al centro di una shitstorm in rete provocata da qualche influencer che si è sentito offeso dalle nostre parole. [...] Per la prima volta nella storia, siamo preoccupati non solo e non tanto dalla censura che potrebbe arrivare dall’alto (da un politico, un finanziere, un inserzionista) ma da una sorta di censura dal basso. La tentazione per evitare la «censura dal basso» è di ricorrere allo strumento di difesa più comodo e conveniente: la rinuncia alla complessità. Ovvero la peggiore forma di censura: l’autocensura.”
Quante volte ti è capitato di lasciar perdere e non scrivere online quella tua opinione? Sicuramente in una buona percentuale di queste volte hai fatto la scelta giusta, perché, come dice il principio numero 10 del Manifesto della comunicazione non ostile, “Anche il silenzio comunica. Quando la scelta migliore è tacere, taccio.”, in altre occasioni forse però è stata solo paura di innescare discussioni accese alle quali non avevi voglia e forza di dedicare abbastanza tempo.
A questi meccanismi dobbiamo fare caso e dedicare loro un po’ di attenzione perché, proprio come scrive Oggiano, “
si tratta di meccanismi perversi che stanno radicalmente trasformando il modo di fare informazione e di apprendere”.
Per chiudere ti segnaliamo un contenuto interessante e anche divertente che parla proprio del fenomeno delle shitstorm. Si tratta dell’
episodio numero 4 della serie di Sky “Call My Agent Italia” dedicata alle disavventure social (inventate) dell’attrice Matilda De Angelis.
Mercoledì prossimo è l’8 marzo.
A tal proposito cogliamo l’occasione per condividere in anteprima il visual che pubblicheremo sui nostri canali social per ricordare una data così importante.
Già, è una data molto importante non perché si tratti di una festa ma perché è l’occasione per ricordare le conquiste sociali, economiche e politiche da parte delle donne e tutte le discriminazioni e le violenze di cui sono state e sono ancora oggetto in ogni parte del mondo.