Ciao!
Iniziamo partendo da una parola: “
shitstorm”.
Cosa vuol dire?
In realtà, l'espressione "
tempesta di m**da" si riferisce a situazioni in cui si verificano una serie di critiche, insulti e reazioni negative, che possono coinvolgere sia singoli utenti che aziende o istituzioni. Queste situazioni possono scatenarsi a seguito di errori di comunicazione da parte di personaggi pubblici, mentre altre volte possono essere generate da social mob organizzati per attaccare un bersaglio specifico.
Perché iniziamo con questa parola?
C’entra con due influencer internazionali e il conflitto tra Israele e Hamas.
Procediamo con ordine.
L’imprenditrice americana Kylie Jenner ha postato una story su Instagram che diceva “
Adesso e sempre noi siamo con il popolo israeliano”. Una dichiarazione che non è stata ben accolta e che l’ha portata alla scelta di rimuovere il post dopo una perdita di oltre un milione di follower. Inoltre, è stata avviata una campagna di boicottaggio contro la sua linea di prodotti di bellezza.
La principale critica è stata la percezione che Kylie non avesse una conoscenza approfondita della complessa situazione politico-sociale di quell'area geografica.
Caso più articolato e sintomatico è quello che vede protagonista Gigi Hadid.
Qualche giorno fa la modella americana, figlia di un imprenditore di origini palestinese scappato in America a seguito della Guerra arabo-israeliana del ‘48,
ha scritto così:
“
I miei pensieri vanno a tutte le persone colpite da questa tragedia ingiustificabile mentre ogni giorno di questo conflitto vengono tolte vite innocenti, troppe delle quali sono bambini” si legge. “Provo una profonda empatia per la lotta palestinese e la vita sotto occupazione, è una responsabilità che sento quotidianamente. Sento anche la responsabilità nei confronti dei miei amici ebrei di chiarire, come ho già fatto in passato: anche se ho speranze e sogni per i palestinesi, nessuno di essi include il male arrecato a una persona ebrea. Terrorizzare persone innocenti non fa alcun bene al movimento della ‘Palestina Libera’. L’idea che ciò accada ha alimentato un doloroso ciclo decennale di ritorsioni avanti e indietro (di cui nessun civile innocente, palestinese o israeliano merita di essere vittima), e aiuta a perpetuare la falsa idea che essere filo-palestinesi [è pari a] antisemita. Se stai soffrendo, mentre oggi faccio le mie condoglianze ai miei cari, sia palestinesi che ebrei, ti mando il mio amore, chiunque e ovunque tu sia. Ci sono molti sentimenti complessi, personali e validi, ma ogni essere umano merita diritti fondamentali, cure e sicurezza; non importa la sua nazionalità, religione, etnia o dove è nato. So che le mie parole non guariranno le ferite profonde di così tante persone, ma prego per la sicurezza di vite innocenti, sempre”.