C’è una storia che vogliamo raccontarti: quella tra
Johnny Depp e Amber Heard.
Una storia che è finita così male che l’atto conclusivo si sta svolgendo in tribunale.
Sicuramente starai pensando:
cosa c’entra l’attore di Pirati dei Caraibi con Parole O_Stili o il decalogo? Inizialmente niente, se non fosse che il processo che si sta svolgendo in questi giorni negli Stati Uniti, è uno dei fenomeni social di questo 2022.
Partiamo dall’inizio.Johnny Depp e Amber
Heard sono stati sposati per diversi anni prima di lasciarsi. Dopo la rottura, Heard in un articolo sul Washington Post
ha descritto l’ex marito come un uomo violento, manesco e in preda ai vizi. Proprio a causa di questo articolo,
l’attore l’ha citata in giudizio per diffamazione.
È con l’inizio del processo che la storia è diventata sui social motivo di centinaia di migliaia di articoli, post, tweet, meme, vignette e tantissimo altro… Ma oltre alla viralità di questi contenuti il tratto preponderante e che ci induce una riflessione è che:
il web ha già deciso che Amber Heard sia colpevole.Riprendendo un puntuale articolo pubblicato su La 27esima Ora del Corriere della sera e firmato da Chiara Severgnini:
«Internet ha già dichiarato Amber Heard colpevole. Di cosa? Di diffamazione — Johnny Depp ha intentato causa all’ex moglie proprio per questo — ma anche e soprattutto di essere bugiarda, manipolatrice, crudele, violenta, addirittura psicopatica e pericolosa. [...] Per mettere a fuoco le dimensioni del fenomeno basta passare in rassegna i commenti sotto qualunque video, articolo o meme dedicato al processo. I giudizi espressi sono per lo più molto duri, sarcastici o di dileggio. E, nella stragrande maggioranza dei casi, il bersaglio è Heard. «Johnny è un essere umano straordinario, Amber è crudele, un disastro ferroviario umano», scrive un utente che si presenta con un nickname maschile (e che usa l’espressione “trainwreck”, analizzata da Jude Ellison Sady Doyle nel suo omonimo saggio). «Secondo me, è psicopatica, sociopatica e narcisista», gli fa eco un altro account, associato questa volta a un nome femminile. E ancora: «Heard è letteralmente la peste bubbonica», «Ascoltarla mi fa venire voglia di vomitare», «Provo pena per sua figlia». Gli insulti irripetibili e le minacce di morte abbondano. [...] Non siamo di fronte solo a (legittimi!) pareri sul processo o sull’imputata, ma ad una compiaciuta manifestazione di disprezzo collettivo. La Rete, presa nel suo insieme, non sembra disposta a tollerare nulla di lei, mentre guarda a ogni intemperanza, carenza o debolezza di lui con sguardo clemente».
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