Una generazione vigile ma sola
Il tema della sicurezza digitale è sentito come “fondamentale” dal 78,1% dei giovani, che ormai controllano con attenzione ciò che pubblicano per paura di revenge porn: quasi uno su due ammette di fare un doppio controllo prima di condividere contenuti personali. Ma nonostante questa consapevolezza, il dialogo con gli adulti resta fragile. Il 73,5% dei ragazzi parla con i genitori, ma solo il 14,8% si sente sempre ascoltato, mentre l’11,6% dichiara di non esserlo mai. Inoltre, il 63,4% è convinto che gli adulti non comprendano davvero la loro vita digitale, creando un ulteriore muro di incomunicabilità.
OnlyFans: tra curiosità e opportunità economiche
Il fenomeno OnlyFans è noto al 76,7% dei giovani, e il 17,1% lo considera una possibile opportunità di guadagno. Tuttavia, il giudizio morale resta sospeso: la liceità di usare la piattaforma per fare soldi riceve una media di 6,34 su 10, mentre il fastidio all’idea che un amico possa pagare per contenuti hard si attesta a 5,89 su 10. Questo riflette un atteggiamento ambivalente, che oscilla tra curiosità, pragmatismo e qualche riserva etica.
Perché i minori vedono pornografia online?
Questa indagine ci dice chiaramente che i ragazzi e le ragazze non cercano censura o giudizi severi, ma adulti capaci di ascoltare senza pregiudizi. Il consumo di pornografia in età precoce non sparirà con un semplice clic, ma la sua presa può essere indebolita se allarghiamo il campo dell’educazione affettiva, introducendo un linguaggio più aperto, inclusivo e consapevole. Ogni percentuale rappresenta una persona in carne e ossa, che chiede parole oneste, spazi sicuri e alleanze reali.
Scegliere di parlare di questi temi — a scuola, in famiglia, online — non è un gesto banale: è piantare semi per il futuro. Perché senza un linguaggio che accoglie e accompagna, la rete rischia di diventare un deserto arido, e sappiamo bene che il deserto non nutre nessuno.
Approfondimenti
Sul tema perché i minori vedono pornografia online abbiamo intervistato anche Lilly Gruber
[Leggi l'intervista], che ha proprio alcuni mesi fa ha scritto un libro sul tema: “Non farti fottere”.